di Don Backy
Come si selezionano le canzoni per un festival? Sanremo si avvicina….
Tanto per ammazzare il tempo e anche perché la cosa mi sta a cuore – dal momento che quest’anno mi ero lasciato convincere a presentare un brano (lo avrei eseguito in coppia con Milva), dopo che da dieci anni avevo smesso assolutamente di illudermi che potesse accedere una mia ammissione – l’altro giorno, mi sono messo a pensare ad alcuni aspetti anacronistici che determinano le ammissioni delle canzoni. I l più palese, l’ho riscontrato nell’assurdità della istituzione della commissione giudicante. Ammesso e non concesso che sia questa commissione, a stabilire quali siano le canzoni da promuovere o da bocciare, mi sono divertito a elaborare un pò di teorie, secondo le quali – questa sedicente commissione – non dovrebbe esistere ( ma forse – da sempre – essa esiste solo per fornire un utile paravento). Il presupposto dal quale ha preso il via il mio ragionamento, per rendere assolutamente pleonastica la suddetta commissione, è quello che sia assolutamente indispensabile separare le competenze tra il responsabile organizzatore per conto della televisione e i discografici, fornitori del materiale artistico (cantanti, gruppi, canzoni, ecc.) Non più – quindi – un solo regolamento a stabilire tutte le regole, ma due. Il primo, elaborato dalla tv, dove si stabiliscono le norme che disciplinano tutto ciò che concerne le loro competenze ( i giorni delle prove, gli orari, le date di presentazione, le scadenze, senza nessuno sconfinamento nelle decisioni artistiche, regolamentate queste, da un secondo complesso di regole elaborate esclusivamente ed insindacabilmente dai discografici. E’ – infatti – assurdo pensare che, imprenditori del settore ( i quali danno lavoro a migliaia di persone, non scordiamocelo), siano poi estromessi (ufficialmente) dalla decisione finale di essere loro a stabilire su quale fantini (cantante) puntare per portare il cavallo (canzone) alla vittoria. E’ singolare assistere a come sia stato impossibile per artisti come Little Tony, me stesso, Bobby Solo, Nicola di Bari, Rita Pavone ed altri, riuscire a passare – per anni e anni – nonostante una costante proposizione. Resta difficile credere che in tutto questo tempo – i suddetti artisti – abbiano presentato sempre brani non all’altezza o peggiori di quelli proposti da altri colleghi della stessa generazione, alcuni di loro ammessi anche più volte nel corso di questi ultimi festival ( Leali, Paoli, Pravo, Reitano ecc.) Per fare un esempio che mi vede coinvolto in prima persona – a parte la canzone presentata quest’anno – ritengo che il mio brano Sognando, proposto a Sanremo nel 1972 – e inesorabilmente scartato (inciso successivamente anche da Mina) – fosse superiore – obbiettivamente – a decine di brani ammessi negli anni a venire, dei quali non c’è più la minima traccia ( se mai ci sia mai stata) Mi chiedo quindi: con quale metro di valutazione o capacità, i delegati a una scelta così determinante per i destini di un artista o di un discografico, decidano in un senso anziché in un altro? E ovviamente, mi risponderò nel prossimo numero.
RadiocorriereTV n° 8 26/02/02